Da episodi apparentemente di poco conto, o addirittura da semplici fraintendimenti, possono derivare sanzioni disciplinari anche gravi che poi, sommate nel tempo, possono pregiudicare la carriera dei militari.
Recentemente mi sono imbattuto in una sentenza del 2016 del T.A.R. Sicilia che mi ha molto colpito. Ve ne voglio brevemente parlare.
Un militare veniva sanzionato con due giorni di consegna per aver tenuto un comportamento telefonico scorretto nei confronti di una cittadina e per aver interrotto bruscamente la conversazione telefonica intercorsa con la stessa. La colpa sarebbe quella di non avere usato modi cortesi durante la conversazione al telefono.
Il militare presentava ricorso gerarchico ma questo veniva rigettato con conferma della sanzione inflitta. Anche il ricorso al T.A.R. veniva rigettato.
Quello che mi ha colpito è che il militare è stato sanzionato solo sulla base delle dichiarazioni della persona con cui aveva conversato telefonicamente. Non sono stati ascoltati altri militari, non sono state ascoltate registrazioni. Le difese del militare sono risultate vane. La dichiarazione di una cittadina qualunque è quindi sufficiente a fare sanzionare un militare in servizio.
Senza entrare ovviamente nello specifico caso ma semplicemente traendone spunto per una riflessione mi pongo allora la seguente domanda: cosa dovrebbe fare un militare operatore telefonico che si trovi coinvolto in una difficile conversazione telefonica?
Per prima cosa dovrebbe riconoscere le situazioni che richiedono una particolare attenzione e possono creare problemi (già questo è tutt’altro che facile). Dovrebbe gestire la persona all’altro capo della cornetta così da non indispettirla in alcun modo. Nel caso in cui la telefonata venga registrata quest’ultimo dovrebbe informarsi per quanto tempo viene custodita la registrazione e chiederne semmai copia prima che venga cancellata (rischiando così però inevitabilmente di attirare l’attenzione dei superiori sulla vicenda). Dovrebbe poi prendere nota dei colleghi che hanno assistito alla conversazione per poi, ove necessario, fargli dichiarare per iscritto che hanno trovato la sua condotta corretta e rispettosa. Dovrebbe infine sperare che la persona con cui ha parlato al telefono non segnali l’accaduto.
Considerato l’elevatissimo numero di telefonate che possono raggiungere la caserma, non vi sembra che sia tutto troppo complicato? A me si.
Dura allora si prospetta la vita per gli operatori telefonici in caserma.
Periodicamente pubblicherò degli articoli su casi, anche disciplinari, di particolare interesse così da cercare di informarvi sugli accorgimenti da adottare di volta in volta nelle varie situazioni.
Avv. Giuseppe Di Benedetto